Comunicazione di marketingContenuti a fini informativi/educativi. Nessuna consulenza personalizzata o invito all'investimento prima dell’iscrizione OCF.
Comunicazione di marketingContenuti a fini informativi/educativi. Nessuna consulenza personalizzata o invito all'investimento prima dell’iscrizione OCF.

Consulenza finanziaria indipendente: definizione, principi e benefici

✍️ Redazione6 min di lettura

Che cos’è la consulenza finanziaria indipendente?

In Italia, la consulenza finanziaria è regolata dal Testo Unico della Finanza (TUF) e dalla direttiva europea MiFID II. L’albo unico tenuto dall’OCF (Organismo di vigilanza) distingue tre sezioni: i consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, i consulenti finanziari autonomi e le società di consulenza finanziaria. I consulenti autonomi e le società sono gli operatori che prestano consulenza su base indipendente; non collocano prodotti e non gestiscono il patrimonio, ma affiancano il cliente nella pianificazione finanziaria.

TUF (Normattiva) · Direttiva MiFID II · OCF – Albo

Differenze rispetto alla consulenza “tradizionale”

La MiFID II impone requisiti specifici a chi si presenta come consulente indipendente. Secondo l’articolo 24, se un intermediario afferma di fornire consulenza su base indipendente deve:

  • analizzare un’ampia gamma di strumenti finanziari: deve valutare un numero e una varietà sufficiente di prodotti di tipo e provenienza diversi, senza limitarsi a strumenti emessi da sé o da soggetti con cui ha stretti legami. Anche il FCA Handbook (Regno Unito) riporta lo stesso obbligo: l’intermediario deve valutare prodotti sufficientemente diversificati per soddisfare gli obiettivi del cliente e non può limitarsi a quelli del proprio gruppo.
  • rinunciare a inducement e commissioni: il consulente indipendente non può accettare o trattenere provvigioni, incentivi monetari o benefici non monetari da terzi in relazione al servizio reso; può ricevere solo piccoli benefit che migliorano la qualità del servizio e non ne compromettono l’indipendenza. La remunerazione deve quindi provenire esclusivamente dal cliente, tipicamente sotto forma di parcella.

La consulenza “non indipendente” o “restrictive advice” consente invece all’intermediario di ricevere incentivi da emittenti di prodotti e di limitare l’analisi a un universo ristretto di strumenti. Per questo motivo i consulenti legati a reti bancarie o di vendita vengono spesso remunerati in base alle commissioni incassate sui prodotti collocati, generando potenziali conflitti di interesse.

MiFID II – Articolo 24 · FCA Handbook – COBS 6.2A (inducements & independent advice)

Principi fondamentali

Oltre agli obblighi sopra indicati, la MiFID II stabilisce che gli intermediari devono agire sempre nel migliore interesse del cliente. Nel processo di trasposizione della direttiva, la CONSOB ricorda che la centralità del cliente permea tutta l’architettura normativa: gli intermediari devono servire al meglio gli interessi dei clienti, con un elevato livello di correttezza e trasparenza. Questo principio si traduce per i consulenti indipendenti in:

  • Imparzialità: l’assenza di legami commerciali con banche, assicurazioni o Sgr permette di formulare raccomandazioni basate solo sulle esigenze del cliente.
  • Ampiezza di analisi: valutazione di strumenti diversi (azioni, obbligazioni, fondi, ETF, polizze, ecc.) per costruire soluzioni su misura.
  • Trasparenza dei costi: l’onorario (fee only) viene concordato a priori; non ci sono costi occulti legati a retrocessioni o inducement.

CONSOB – MiFID II (centralità del cliente)

Benefici per gli investitori

Scegliere un consulente finanziario indipendente comporta diversi vantaggi pratici:

  • Assenza di conflitti d’interesse: il consulente lavora esclusivamente per il cliente e non percepisce provvigioni dai fornitori di prodotti, riducendo il rischio di raccomandazioni motivate da incentivi.
  • Scelta più ampia e personalizzata: l’obbligo di analizzare un numero sufficiente di strumenti diversi garantisce che la strategia tenga conto dell’intero mercato, non solo dell’offerta di una banca o di un produttore.
  • Pianificazione olistica: la consulenza indipendente non si limita a selezionare singoli prodotti, ma considera il patrimonio complessivo (liquidità, investimenti, previdenza, fiscalità, protezione assicurativa) e l’orizzonte di vita del cliente.
  • Maggiore trasparenza e controllo: il cliente conosce in anticipo il costo del servizio e può monitorare l’andamento del portafoglio senza timore che il consulente guadagni sulle operazioni effettuate.

Conclusioni

La consulenza finanziaria indipendente rappresenta una modalità di relazione che pone il risparmiatore al centro, come richiesto dalle normative europee e italiane. Le regole MiFID II prevedono che chi si dichiara indipendente debba esaminare un ampio ventaglio di strumenti e rifiutare incentivi da terzi. Ciò tutela l’investitore da possibili conflitti d’interesse e favorisce una consulenza più obiettiva, trasparente e su misura. Tuttavia, è importante verificare che il professionista o la società siano effettivamente iscritti all’albo OCF nella sezione dei consulenti finanziari autonomi o delle società di consulenza finanziaria.